È uscito il numero 22 della rivista «La ricerca»: si intitola Professione prof e contiene tra gli altri un mio articolo dedicato all’insegnante di lettere.
Da un po’ di tempo sto maturando la convinzione che chi insegna con la letteratura debba prendere consapevolezza della propria postura, ovvero del modo che ha di atteggiarsi e della propria posizione, della propria attitudine e dei propri “comportamenti letterari”, quali la scrittura, la lettura e la condivisione dei propri atti di scrittura e di lettura – che per me costituiscono la basi della letterarietà. Per questo insisto – ne ho parlato all’Università di Bologna lo scorso 4 marzo – sul corpo docente: perché se è evidente che nessuno possa insegnare senza mettere in gioco il proprio corpo in relazione a quelli altrui, l’insegnamento della letteratura dovrebbe esaltare la dimensione fisica e relazionale delle pratiche letterarie, la cui origine e il cui scopo non sono immaginabili senza l’ascolto reciproco – il motore primo di qualsiasi civiltà letteraria – o senza la generosità di voci pronte alla condivisione.
Tra tutte e tutti i docenti della scuola secondaria, quindi, mi piace pensare che l’insegnante di italiano porti in aula quella consapevolezza della propria e altrui fisicità che gli è data dalla costante educazione all’ascolto e alla ricerca dell’altro a cui ci abituano le pratiche letterarie della lettura e della scrittura.
Buona lettura.