Facciamo finta che qui nessuno abbia letto Bianciardi.
Ma nel caso qualcuno di voi lo abbia letto davvero, allora vi invito a fare mente locale e a ricordarvi quando e come la sua opera è entrata nella vostra vita. Quand’è che per la prima volta avete mangiato pane e Bianciardi? Che avete ricevuto il verbo, incorporato quelle parole?
Sulla porta di camera mia, la mia cameretta di adolescente, quella che poi è diventata la camera di mia madre, che si è guardata bene dal togliere la scritta, è incollato un foglio che dice letteralmente:
Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha.
(Bianciardi, libro della Vita agra, X, 17).
Era la tarda adolescenza, e cercavo nei libri indicazioni pratiche per affrontare la vita adulta.
Ma Bianciardi l’ho sicuramente incontrato prima. Alle medie, per esempio, avevo letto un racconto intitolato Adorno. Una versione grossetana dei Ragazzi della via Pal (un altro libro che avevo letto a quell’età). Era nell’antologia e la professoressa ce lo fece leggere, ma io all’epoca preferivo Bertold Brecht.
Agli esami di terza media mi chiesero cosa mi era piaciuto e io lessi Domande di un lettore operaio. Ora so che la traduzione è di Franco Fortini, all’epoca nessuno mi aveva insegnato che le parole di un traduttore o di una traduttrice sono sempre da riconoscere e da celebrare.
Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì?
Ci sono i nomi dei re, dentro i libri.
Sono stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra?
Babilonia, distrutta tante volte,
chi altrettante la riedificò? In quali case
di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori?
Dove andarono, la sera che fu terminata la Grande Muraglia,
i muratori? Roma la grande
è piena d’archi di trionfo. Chi li costruì? Su chi
trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio
aveva solo palazzi per i suoi abitanti? Anche nella favolosa Atlantide
la notte che il mare li inghiottì, affogavano implorando
aiuto ai loro schiavi.
Il giovane Alessandro conquistò l’India.
Da solo?
Cesare sconfisse i Galli.
Non aveva con sé nemmeno un cuoco?
Filippo di Spagna pianse, quando la flotta
gli fu affondata. Nessun altro pianse?
Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi,
oltre a lui, l’ha vinta?
Una vittoria ogni pagina.
Chi cucinò la cena della vittoria?
Ogni dieci anni un grand’uomo.
Chi ne pagò le spese?
Quante vicende,
tante domande.
Vi ho dato un po’ di tempo per riflettere. Ciascuna e ciascuno di voi lettrici e lettori di Bianciardi ha trovato il principio? Il bandolo della matassa che giace aggrovigliata nella memoria?
Bene, tenente da parte quelle informazioni. Anzi, tenetele a bada, non lasciate che irrompano a disturbare il percorso che stiamo per compiere. Fate finta di non aver mai letto qualcosa. Forse conoscete l’uomo, il personaggio pubblico. Ne avete sentito parlare. Andando a fare la spesa alla Conad avete percorso via Bianciardi. Avete visto il film di Lizzani, con Ugo Tognazzi nella parte dell’anarchico frustrato. Ci avete addirittura scritto un tema a scuola!
Ora è venuto il momento di cominciare davvero la lettura.
E io sarò la vostra guida. Una guida un po’ spiccia, che ha poco tempo davanti a sé e che ha un pubblico assai vario. Non tante persone, ma ciascuna diversa, con un proprio stile di vita e di lettura. Che posso mai saperne delle vostre abitudini di lettura, dei vostri gusti! In che posizione leggete? In quale momento della giornata? E a che scopo? Come giustificate a voi stessi e ai vostri cari quella solenne perdita di tempo?
Tutto intorno si muove, c’è agitazione, e voi a testa bassa sul libro e non ce n’è per nessuno! Una ha la matita in mano, addirittura, e sottolinea e prende appunti. Un’altro mette un sottofondo musicale. Una legge sul pullman per Firenze, in mezzo al vociare dei passeggeri, un altro coi gomiti piantati nella sabbia, col sole alle spalle e la testa che riesce a malapena a stampare sulla pagina l’ombra necessaria.
Ecco quindi la mia proposta. Un viaggio organizzato insieme a Filippo Gatti secondo i più aggiornati criteri del turismo esperienziale. Sei diverse esperienze per sei diversi tipi di turista.
Ciascuno troverà il suo, o prenderà da una o dall’altra esperienza quel che gli serve per cominciare a leggere davvero l’opera straordinaria di Luciano Bianciardi, di cui proprio oggi ricorre il centesimo compleanno (Viva!).
P.S. Il testo integrale, composto da sei quadri, pensato per chiudere idealmente il centenario bianciardiano (14 dicembre 2022), è stato rappresentato in pubblico insieme al cantautore Filippo Gatti per la prima volta il 5 gennaio all’associazione Kansassìti di Grosseto, in occasione della chiusura della mostra fotografica che l’Archivio Foto Gori ha dedicato agli anni del “lavoro culturale” e a Grosseto-Kansas City.