Finalmente il futuro

Ho letto per la prima volta Gianni Rodari dopo la laurea in Lettere. Specializzato in letteratura italiano contemporanea (due esami all’attivo e una tesi su Camillo Sbarbaro), non mi era mai capitato di imbattermi nella sua opera, né avevo avuto la fortuna di avere maestre o insegnanti lettrici o lettori di Rodari. Niente di niente. Io Rodari l’ho conosciuto perché due amiche – Vanessa Roghi e Arianna Gaudio – mi regalarono, in occasione della mia laurea, il volume dei Cinque libri: un “millennio” Einaudi che raccoglie una scelta di opere illustrate da Munari. Ed è ancora grazie a Vanessa Roghi che, venticinque anni dopo, ho iniziato a occuparmi di Rodari da studioso. Poi è arrivato questo libro, Lezioni di fantastica, che di Rodari restituisce la figura intera. Una figura che non si colloca nel passato, ma che è ben presente davanti a me, nel mio e nel nostro futuro. Provo a spiegare perché in questa recensione su «La ricerca».

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