Un sogno di evasione: due esercizi danteschi (e una questione di genere)

Dante scrive al suo amico e poeta Guido Cavalcanti immaginando, come in un sogno, di trovarsi insieme a lui, a Lapo Gianni e alle rispettive amate su un vascello, senza altra guida che il loro concorde desiderio d’amore. È una nuova concezione di amicizia e di amore, fondata sull’armonia dei “fedeli d’Amore”, che vivono in una dimensione separata la comunanza dei propri affetti e dei propri gusti.

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio;

sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.

E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:

e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che sarémo noi.

In questa poesia – che si rifà a modi e temi della poesia cortese – un uomo si rivolge ad altri poeti maschi per invitarli a trascorrere del tempo insieme, in compagnia delle donne amate.

Esercizio 1
In questo suo sonetto Dante esprime un ideale di vita pacifico, fondato sui valori dell’amicizia e dell’amore, che si contrappone alla vita reale del suo tempo e che per questo si può ottenere solo attraverso una magia. Immagina di avere anche tu a disposizione un incantesimo e disegna un ideale di vita. Come vorresti che fosse la tua comunità? Da chi dovrebbe essere composta? E quali dovrebbero essere le attività principali da svolgere durante la giornata?

Esercizio 2
Prova a sottoporre agli e alle studenti questa domanda, a cui potrebbero rispondere oralmente o in un breve testo scritto. Per quali motivi, secondo la tua opinione, non esiste, nella letteratura della tradizione medievale, una poesia analoga scritta da una donna a un’altra donna? E poi, a seguire: conosci qualche cosa di simile nella poesia o nella canzone dei nostri tempi?

(Rielaborato da L’onesta brigata, vol. 1, p. 105)

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