È una bella responsabilità costruire una biblioteca di classe e mantenerla aggiornata e piena di libri diversi e avvincenti. Senza buoni libri che li catturino, è impossibile che gli studenti entrino nella zona di lettura. Figuriamoci se possono restarci o, una volta entrati, sentirsi a casa.
Queste considerazioni di Nancie Atwell mi risuonano nella testa da diversi giorni, insieme a tanti altri ragionamenti condivisi con colleghe e colleghi di tante scuole italiane, che non esitano a manifestarmi insieme alla loro ammirazione le loro perplessità per alcune delle tecniche e delle strategie proposte da Atwell e, in generale, da quei docenti che negli Stati Uniti praticano la didattica laboratoriale della lettura e della scrittura (il Writing and Reading Workshop). Come fare, infatti, a realizzare una biblioteca di classe in Italia, laddove non esistono le aule laboratorio delle diverse discipline e mancano spazi e risorse anche per le biblioteche di istituto?
Ma siamo sicuri che se avessimo risorse a disposizione le investiremmo proprio in biblioteche di classe? E siamo altrettanto sicuri che non sia possibile realizzarne già oggi, a normativa vigente e con le risorse a disposizione? Alla seconda domanda posso rispondere con certezza che in effetti si può fare, poiché ho visto coi miei occhi più d’una biblioteca di questo tipo, usata per praticare la lettura ad alta voce (è uno dei pilastri della politica educativa «Leggere: Forte!» della Regione Toscana) e per quelle attività di lettura individuale previste dal laboratorio di lettura e di scrittura, come testimonia la foto che pubblico a corredo dell’articolo, inviatami dall’amico e collega Matteo Biagi, docente di italiano all’Istituto Comprensivo don Milano di Firenzuola (FI). Se vogliamo sapere come fare, quindi, occorre chiedere in giro, documentarsi, individuare le leve giuste per ottenere le risorse e per gestirle in modo efficace.
Non sono così sicuro, invece, che la biblioteca di classe sia considerata una priorità da tanti insegnanti, anche tra quelli di area umanistica, che non si può dare per scontato che siano preparati, ad esempio, sulla letteratura per ragazzi e per giovani adulti, un’area di ricerca significativamente trascurata durante gli studi universitari, né che intendano perseguire il fine di promuovere il piacere di leggere di ciascuno studente, in modo che tutti diventino dei lettori e delle lettrici per la vita, anche al di fuori e dopo l’esperienza scolastica.
Perché la biblioteca di classe, occorre precisarlo, non è una semplice raccolta di libri o un elemento di arredo, ma è un dispositivo didattico che richiede un’adeguata preparazione in ambito pedagogico e letterario, e che comporta un lavoro assiduo di preparazione e di manutenzione:
- per scegliere libri di qualità, tra quelli disponibili nell’ambito della letteratura per ragazzi e per giovani adulti, facendo in modo che siano diversificati per genere, per tema e anche per ambito linguistico e culturale di provenienza;
- per individuare libri commisurati ai gusti e alle esperienze di ogni studente, andando a intercettare l’interesse di ciascuna e di ciascuno;
- per essere in grado di scegliere le strategie e le tecniche didattiche più adatte a favorire una lettura estetica dei testi, poiché la finalità della biblioteca è quella di far provare esperienze significative con le opere e di far scoprire a ciascuno le potenzialità della letteratura.