Non ho mai conosciuto Luigi Berlinguer, né ho mai capito da dove venisse la sua passione riformatrice per la scuola, e tuttavia, come tanti insegnanti italiani, mi sono trovato spesso in passato a pronunciare o ascoltare il suo nome durante conversazioni più o meno accese, generalmente per parlarne male, se non per lanciare delle vere e proprie invettive contro il suo operato, le sue idee, i suoi collaboratori.
Da quando non frequento certi ambienti, ed evito con cura di conversare di scuola con anti o controriformisti, il suo nome è scomparso dalle conversazioni, ma io ho continuato a pensare al suo lavoro e a studiare le sue riforme. Non ho potuto fare a meno di scriverne, per esempio, nel mio recente libro intitolato Didattica della letteratura italiana, nel quale ho ricostruito la storia del dibattito sull’insegnamento letterario dagli anni Settanta a oggi. In omaggio a Berlinguer e pensando a Roberto Maragliano e ai tanti pedagogisti e pedagogiste democratiche che credono nella possibilità di riformare la scuola, pubblico qui un estratto del mio libro.