Ho cominciato a interessarmi all’uso consapevole dei media prima di iniziare la mia attività di insegnamento, quando, nel 1998/99, un’insegnante di una scuola media mi chiese di fare un progetto sull’uso della videocamera. Cercai di adeguare le mie competenze e conoscenze sulla scrittura creativa, lessi qualche manuale di sceneggiatura e lavorai coi ragazzi alla realizzazione di video muti (dei minithriller) e di autopresentazioni. Da allora ho avuto modo di diventare un “nativo digitale”, ho lavorato molto a progetti di blended learning e poi alla realizzazione di learning object e audiolibri. Al momento sto lavorando con Marco Gui, Marina Micheli e Andrea Parma a un’indagine sull’impatto delle tecnologie nelle scuole del Mezzogiorno. In questi anni di insegnamento e di studio ho maturato la duplice convinzione che l’inserimento delle nuove tecnologie a scuola sia soprattutto una buona – e necessaria – occasione per preoccuparsi della progettazione didattica, e che attraverso uno studio della letteratura con le nuove tecnologie sia possibile fare media education di grande qualità.
In questi giorni di vacanza ho letto un bel libro di Giuseppe Riva, psicologo dei nuovi media, che mi ha dato occasione di riflettere sull’argomento. Si tratta di una lettura utile, che consiglio a tutti gli insegnanti.
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