Nuove poesie del tatto (e del dissapore)

too be

se io sono è perché tu sei,
perché essi sono,
i quali a loro volta sono
perché io sono stato e ancora sono,
e così presi
tra una prima persona plurale
e una terza singolare,
se io sono è perché gli altri sono,
perché noi siamo o non siamo stati mai
e se tu sei è perché essi sono,
perché io sono.

umami drink

nel paesaggio accidentato della lingua
là in fondo, nel buio della bocca,
si cammina tra pozze di saliva

dove il gusto diventa persistente
vago ricordo di pomodoro cotto
del brodo dashi delle tue ghiandole
di Bartolini.

 

Trumpeted

Al mio via questa poesia si incuneerà nel tuo cervello
come un elefante che non potrai non vedere in questa stanza
mentre sta cercando di sbirciare nel tuo libro
con l’occhio spalancato e la proboscide protesa
quasi a voler dire: posso? Certo che puoi
rispondi con lo sguardo mentre io senza pietà m’installo: via.

 

Making special

Un mugolìo, un lamento, un suono lieve
ti raggiunge, ti sonda, sta scavando
è il tuo corpo che risponde sì, ci sono
sì, ci sono, sì, ci sono, sì, ci sono
niente di speciale ma poi ancora
e ancora e ancora e ancora
sì, ci sono, sì, ci sono, sì, ci sono
un mugolìo, un lamento, un suono lieve.

 

Questo gruppo di poesie, scritte dopo il 2014, prosegue il progetto delle Poesie del tatto (e del dissapore) (per informazioni, continua la navigazione da qui). 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *