Qualche precisazione sull’orientamento a scuola

L’articolo 1 dello Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria inizia così:

Lo studente ha diritto ad una formazione culturale e professionale qualificata che rispetti e valorizzi, anche attraverso l’orientamento, l’identità di ciascuno e sia aperta alla pluralità delle idee. La scuola persegue la continuità dell’apprendimento e valorizza le inclinazioni personali degli studenti, anche attraverso un’adeguata informazione, la possibilità di formulare richieste, di sviluppare temi liberamente scelti e di realizzare iniziative autonome.

Siamo nel 1998 (DPR n. 249) ed è inevitabile il riferimento all’orientamento così come viene inteso nella Direttiva ministeriale 487 dell’anno precedente, di cui vale la pena leggere almeno il primo articolo:

L’orientamento – quale attività istituzionale delle scuole di ogni ordine e grado costituisce parte integrante dei curricoli di studio e, più in generale, del processo educativo e formativo sin dalla scuola dell’infanzia.
Esso si esplica in un insieme di attività che mirano a formare e a potenziare le capacità delle studentesse e degli studenti di conoscere se stessi, l’ambiente in cui vivono, i mutamenti culturali e socio-economici, le offerte formative, affinché possano essere protagonisti di un personale progetto di vita, e a partecipare allo studio e alla vita familiare e sociale in modo attivo, paritario e responsabile.

Ogni studente, quindi, ha diritto all’orientamento in quanto attività che mira a formare e potenziare le proprie capacità, a conoscere sé stessə, l’ambiente in cui vive, i mutamenti culturali e socio-economici, le offerte formative, affinché possa essere protagonista di un personale progetto di vita, e possa partecipare allo studio e alla vita familiare e sociale in modo attivo, paritario e responsabile. Tutto qui. L’orientamento in Italia è innanzitutto un diritto di ogni studente. E dal 1997/1998 sono in molte le persone impegnate a interrogarsi su quali siano i metodi, gli approcci e le tecniche didattiche e valutative utili a cambiare la scuola per ottenere questo risultato. Perché non è vero che “si è sempre fatto così”.

Qui di seguito potete leggere un articolo in cui cerco di fare il punto sull’argomento: Una questione di consapevolezza, «La ricerca», 2 febbraio 2024.

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