Il nuovo nemico della scuola è l’alternanza scuola lavoro. Proprio in questi giorni l’alternanza sembra che abbia conquistato, nell’immaginario scolastico, la posizione che è stata delle “competenze” e, prima ancora, dell’autonomia. Difficile rispondere puntualmente a critiche spesso generiche o, peggio, personalissime, fondate cioè su esperienze singolari, spesso negative, quelle che più colpiscono i detrattori della scuola, nostalgici di un tempo passato che per definizione è migliore del presente e del futuro.
Io ritengo sia necessario, a questo punto, evitare semplificazioni. Occorre ricominciare – sull’esempio del libro La lettera sovversiva di Vanessa Roghi (Laterza 2017) – dallo studio genealogico delle idee e del contesto in cui sono nate e cresciute. Intanto, in attesa dei risultati di un percorso di studio che richiederà alcuni mesi di lavoro, decido di rimettere in circolazione un breve saggio di presentazione di un curricolo di lingua e di letteratura italiana per una classe quinta di un istituto professionale del settore servizi sociosanitari. È un curricolo centrato sulle competenze, frutto di un percorso di ricerca triennale e di una riflessione iniziata nel 2007 in seguito all’emanazione delle prime Indicazioni nazionali per la scuola del primo ciclo e del Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione, con il quale si è determinata una «transizione dall’impianto curricolare di tipo disciplinare a quello basato sulle competenze e sui risultati di apprendimento».
Il saggio, uscito con il titolo Per un curricolo di lingua e letteratura italiana centrato sulle competenze, è pubblicato in La letteratura in cui viviamo. Saggi e interventi sulle competenze letterarie, a cura di Paolo Giovannetti, Loescher, Torino 2015, pp. 23-49, ed è scaricabile qui.