La scorsa settimana sono stato invitato a Napoli per parlare dell’insegnamento della lingua e letteratura italiana a scuola e all’università. Mi sono ritrovato in una situazione particolare, con veri e propri professionisti della letteratura (traduttori, critici, ricercatori), persone che trascorrono una parte delle loro giornate sulle opere letterarie e il resto del tempo nelle aule scolastiche e universitarie.
Per il momento ne è venuto fuori un breve resoconto. Con l’auspicio di proseguire la proficua discussione.
Per leggere il resoconto, clicca qui.
Il report del convegno lancia tanti stimoli, testimoniando una vitalità e una complessità di una parte del mondo scolastico e universitario confortanti: a me interessa che la formazione si occupi di trovare modalità e motivazioni credibili affinché valga ancora la pena di fare letteratura con i ragazzi. La scrittura creativa è una delle strategie che mi paiono più interessanti per attualizzare il testo classico: convergono competenze di lettura e analisi non banali e abilità personali che, talvolta anche garbatamente orientate, possono sorprendere lo stesso studente nella riscoperta del proprio vissuto. Bisognerebbe che l’Università che forma gli inseganti del futuro oltre ad una quantità di Autori fornisse strategie per insegnarne le qualità e per stimolare i docenti a costruire strumenti creativi di studio ed elaborazione dei testi. L’educazione linguistica la dovremmo curare noi alla primaria e alle medie soprattutto a partire dall’oralità. Grazie !